mercoledì 29 maggio 2013

Agostino

è la seconda volta che mi capita, in pochi giorni. spegnere la radio per non sentire. 
ad 'alta voce', il programma di radiotre in cui leggono ad alta voce, appunto, classici o comunque libri importanti, stanno leggendo 'Agostino' di Moravia.
quando stavo in terza liceo la mia prof, che a me piaceva un sacco e adesso siamo pure diventate amiche, ci fece leggere 'gli indifferenti' di moravia, che un libro come quello, secondo lei, in italia ce ne sono pochi, un romanzo classico, con la sua bella struttura e tutto il resto, e io non so neanche se siamo arrivati in fondo, ma per me comunque è stata un grande sofferenza. sarà stato anche bravo, sto moravia, non dico di no, ma io proprio non lo reggevo.
non c'è niente da fare, a me se uno mi sta sulle balle, quello che scrive, non mi piace, e sì che anche alla rosalina piaceva tanto pavese, ma allora com'è che ti piace moravia, scusa??
tutta sta galleria di mezze tacche, mezzi uomini, di infelici per comodità, persone piccole, mediocri, ma tutti così, possibile, e ti manca l'aria, il cielo azzurro che è venuto fuori oggi, che sembra incredibile dopo tanta pioggia, e invece c'è, c'è il cielo azzurro, l'abbiamo visto tutti, non c'è solo il grigio della pioggia e della nebbia che sembra schiacciarti la testa, dai...
la prima volta stavano leggendo una scena in cui agostino stava con brutto soggetto che gli insegnava a fumare e poi l'ha preso in giro, e siccome lui ha reagito l'ha riempito di botte. il classico bulletto del cazzo ignorante che crede di aver capito tutto della vita e che non gli passa neanche per la testa che ci sia qualcosa d'altro oltre alla sua infimità. e quell'altro scemo che gli va dietro.
ho spento.
oggi, peggio, agostino è diventato uno stronzo anche lui e per il gusto di far soffrire qualcuno, fa in modo che un padre vecchio stile pensi di regalare il pallone di cuoio di suo figlio, che ci tiene tantissimo, ad agostino, il quale gli ha fatto credere di essere un ragazzo lavoratore che non può neanche andare a scuola (mentre pensa ai due palloni che giacciono abbandonati tra i giochi della sua camera). ho spento prima di sentire che dicesse: eh, magari potessi averlo!
io la cattiveria gratuita, non lo so, non la reggo proprio, mi fa male dentro.
mi pare impossibile che ci sia qualcuno così, e farci un libro, poi, ma come gli può venire in mente, a uno, dico io, e farlo leggere, e leggerlo ad alta voce poi, ma come farà quella, che si chiama àlvaro ma è una femmina, a leggerlo e restare calma, indifferente.
io proprio non lo so.

Nessun commento:

Posta un commento