mercoledì 31 luglio 2013

anniversario


quarant'anni fa, la notte tra il 31 luglio e il primo agosto 1973, guido morselli si sparava un colpo in testa. tutti i suoi romanzi sono postumi.

domenica 28 luglio 2013

ho sposato un comunista 7 - le stelle sono indispensabili



Ciò che si vede da questa tribuna silenziosa sulla mia montagna in una notte splendidamente chiara come quella in cui Murray mi lasciò è quell’universo in cui l’errore non ha corso. Ciò che si vede è l’inconcepibile: il colossale spettacolo della mancanza di antagonismo. Ciò che si vede con i propri occhi è il grande cervello del tempo, una galassia di fuoco non acceso da mano umana.
Le stelle sono indispensabili.
(pag. 305)

ecco. il libro finisce così, in questo modo veramente incredibile. eppure non conta niente, uno non si deve incazzare che gli ho detto il finale del libro, perché la storia è ancora tutta lì, intatta, non è come certi libri, che nell'ultima pagina si tirano le somme di tutto, i colpevoli, e vissero felici e contenti. e non è neanche come in certi altri, come il libro di paolo nori, bassotuba non abita più qui, che un giorno ho girato pagina è il libro era finito, e l'ultima pagina era come tutte le altre. ho letto un post di paolo che l’altro giorno alla stazione è entrato nel bookshop per comprare un libro da leggere che li aveva finiti e ha comprato non so cosa di phiplip roth, e ha scritto due righe sui suoi personaggi che non so se era positivo, non l’ho capito, forse sì, anche se era sgradevole. comunque, mi dispiace tanto doverlo dire, ma se uno mi chiedesse, adesso, è meglio se leggo un libro di paolo nori o uno di philip roth, gli direi, senza dubbio: la seconda che hai detto.

nudge



in inglese è la gomitata amichevole, come per dire: eh? ci siamo capiti, no?
è la nuova tendenza dei paesi civili, l’alternativa al controllo rigido, oppressivo, impositivo. pare che funzioni meglio, oltretutto.
a castelgomberto hanno messo la sagoma di un vigile lungo la strada. la prima volta che l’ho vista, pensavo fosse uno scherzo.
invece no, e devo dire che, a me, questa idea piace molto.
alle mie colleghe no. ma sai quanto costa?
ma quanto vuoi che costi?
intanto la gente, io, per esempio, quando vede il vigile da lontano, pensa: devo andare più piano; avrò messo la cintura? funzionano i fari? c’è qualcuno che deve attraversare la strada?
poi vedi che è la sagoma, e ti rilassi, ma intanto hai rallentato, magari ti sei allacciato la cintura, hai fatto più attenzione, e anche quello dietro di te, è andato più cauto, non ti ha superato, e ha messo un po’ più spazio tra la sua macchina e la tua.... direi che vale decisamente la spesa, piuttosto che pagare vigili che devono a loro volta pagarsi lo stipendio appioppando multe, sempre che ti vada molto bene e non ti capiti il solito vigile o la solita vigilessa che perché hanno una paletta e un blocchetto da contravvenzioni in mano si credono i giustizieri della notte e della loro infanzia infelice. ma perché alla gente piace tanto essere comandata??? e gode che qualcuno – qualcun altro, per la precisione- sia punito?
lo vedo già dai bambini, come chiedono punizioni severe, come sanno essere intransigenti, con tutti fuorché sé stessi.
a me piace di più la gomitata, ecco.

sabato 27 luglio 2013

Ho sposato un comunista 6 - Ascoltare parte seconda



e mi resi conto che era stato un po’ come ascoltare la radio della camera da letto quando ero un ragazzo desideroso di cambiare il mondo facendo diramare in tutta la nazione tutte le mie infantili convinzioni, mascherate da storie. Murray, la radio: voci che dal vuoto controllavano tutto ciò che c’era dentro, le svolte di una storia fluttuante nell’aria e introdotta nell’orecchio in modo tale che il dramma venga percepito anche dietro gli occhi, in quella scatola che è il cranio, trasformata nel globo sconfinato di un palcoscenico contenente intere creature come noi. Come scava in profondità, il nostro udito! Pensate a tutto quello che significa capire da qualcosa che hai solo ascoltato. La divinità di avere un orecchio! Non è, come minimo, un fenomeno semidivino esser scagliati tra i torti più reconditi  di un’esistenza umana in virtù di null’altro ch questo: starsene là seduti, al buio, a sentire quello che si dice?

Ho sposato un comunista, Philip Roth

Ho sposato un comunista 5 - Ascoltare parte prima



ogni tanto, voltandomi indietro, ripenso alla mia vita come a un lungo discorso che ho ascoltato. la retorica è a volte originale, a volte piacevole, a volte inconsistente (il discorso dell’incognito), a volte maniacale, a volte pratica, a volte come l’improvvisa puntura di un ago, e io l’ascolto da tempo immemorabile. come pensare, come non pensare; come comportarsi, come non comportarsi; chi detestare e chi ammirare; cosa abbracciare e quando scappare; cos’è entusiasmante, cos’è massacrante, cos’è lodevole, cos’è superficiale, cos’è sinistro, cos’è schifoso, e come restare un’anima pura. Si direbbe che parlare con me non sia un ostacolo per nessuno. (…) Quando mi chiedo come sono arrivato dove sono, la risposta mi sorprende: «Ascoltando».
Che sia stato questo l’invisibile dramma? Tutto il resto era solo una mascherata che dissimulava ostinatamente la mia inaffidabilità? Ascoltarli. Ascoltarli parlare. Il fenomeno stranissimo. Ognuno percepisce l’esperienza, non come una cosa da fare, ma come una cosa da fare per poterne parlare. Perché è così? Perché vogliono che li ascolti, loro e le loro arie? Dov’è stato deciso che io dovevo servire a questo? o sono sempre stato, fin dal primo momento, sia per inclinazione che per scelta, solo un orecchio in cerca di una parola?
(pag. 211)

venerdì 26 luglio 2013

ritmo

c'è tutto un putiferio tra i musicisti seri per via di allevi, un musicista semiserio, che ha detto che la musica di beethoven non ha ritmo, quella di oggi (jovanotti, pare sia l'esempio) sì. per quello che quella non piace, questa sì, ai giovani d'oggi.
tantissimo tempo fa lessi che fatta ascoltare la musica di mozart a una tribù di aborigeni, ne rimasero incantati, mentre restarono assolutamente indifferenti a una musica molto, appunto, ritmata, che si pensava sarebbe stata vicina ai loro, appunto, ritmi tribali.
forse perché agli esseri umani, in generale, piacciono le cose insolite.
comunque, sto qui in questo bar di fara sabina dove prendo (poco) la wi-fi del comune e soprattutto c'è l'aria condizionata e un bel tavolino in un angolo dove posso stare col mio mac, solo che davanti a me, in fondo alla sala, c'è una bella tv che trasmette un canale di musica, non è MTV perché lì fanno roba varia, qua invece ci sono solo bumbum, donne seminude che ammiccano, giuro, è un continuo, gli uomini o sono semigay depilati e ambigui, o cessi tipo quello di adesso che fa il buzzurro anni settanta (si chiama giorgio prezioso). segue la solita location in un albergo di extra lusso, sarà almeno il terzo video del genere, parrucche, latex e fluo a profusione e ste donne che sculettano con le tette mezze fuori. uno sta dicendo che pensava proprio prima a questa canzone, ma come si fa a pensare a una roba del genere, sono tutte uguali, mah, forse ha ragione allevi, è il ritmo.
che qui, sulla salaria, quando ci passo, e ci son passata tante volte, sti giorni, le vedi quelle vere, le prostitute minorenni, quasi tutte bellissime, che aspettano sulla strada, in mezzo alla monnezza, di giorno, di mattina, di pomeriggio, alla sera vanno a dormire, o forse stanno a casa, ogni volta che ne vedo una dico una preghiera, vorrei tanto fare qualcosa, non so fare altro, pregare che trovino qualcuno meglio di me, che faccia qualcosa, e oggi ho pensato chissà che paura che hanno, con quel sorriso stampato sulla faccia, che io certe volte ho paura a camminare da sola, loro che sono lì ad aspettarli, quei bastardi che credono che di potersi comprarsi una persona, un po' di piacere, magari manco le pagano, dopo, e non possono farci niente, sperare che la prossima sia meglio.

Ho sposato un comunista 4 - in una società democratica parte seconda



Sai di cosa mi resi conto in quel momento? Mi resi conto di essere stato fregato. Non è un’idea che mi vada molto  genio, ma da allora non ho più smesso di pensarci.
Fregato da me stesso, se vuoi saperlo. Da me stesso con tutti i miei principi. Non posso tradire mio fratello, non posso tradire l’insegnamento, non posso tradire i diseredati di Newark. «Io no, io non lascio questo posto. Non scappo, io. I miei colleghi facciano come credono, io non lascio questi ragazzi neri». E così chi ho tradito? Mia moglie. Ho scaricato la responsabilità delle mie scelte sulle spalle di un’altra persona. (…) Guarda, non esiste via d’uscita da questo imbroglio. Quando ti liberi, come ho cercato io, di tutte le illusioni più evidenti (la religione, l’ideologia, il comunismo) ti resta sempre il mito della tua bontà. Che è l’ultima illusione. E quella alla quale io ho sacrificato Doris.
(...)

Ecco cosa gli aveva fruttato il pensare in America. Ecco cosa gli aveva fruttato l’aderire alle proprie convinzioni, l’opporsi alla tirannia del compromesso.. «Se esiste una possibilità di migliorare la propria vita, dove può cominciare se non a scuola? » Disperatamente impigliato nelle migliori intenzioni, tangibilmente, per tutta la vita, impegnato in qualcosa di costruttivo che ormai è soltanto un’illusione, in formule e soluzioni che non reggono più.


Controlli il tradimento da una parte e finisci per tradire da un’altra. Perché questo non è un sistema statico. Perché è vivo. Perché tutto ciò che vive è in movimento. Perché la purezza è pietrificazione. Perché la purezza è una bugia.
Perché se non sei un modello di ascetismo come Johnny O’Day e Gesù Cristo, sei incalzato da cinquecento cose. Perché senza lo schiacciasassi della virtù, senza la grande bugia della virtù che ti dice perché fai quello che fai, devi chiederti, per tutta la strada: «Perché faccio quello che faccio?» e devi rassegnarti a non saperlo.

Philip Roth, Ho sposato un comunista, pag. 301

ho sposato un comunista 3 - una società democratica parte prima



Sai, ero un professionista, un insegnante, leggevo libri, parlavo di Shakespeare, a voi ragazzi facevo analizzare le frasi, imparare a memoria le poesie e apprezzare la letteratura, e pensavo che non esistessero altre vite degne d’essere vissute. Invece mi misi a vendere aspirapolvere e sviluppai una grande ammirazione per tante delle persone che conobbi, e ringrazio ancor oggi la mia buona stella. Proprio per questo credo di avere una migliore visione della vita.
(…)
in una società democratica, per male che possa andare, c’è sempre una via di scampo. perdere il posto e vedere che i giornali ti danno del traditore? Sì, sono cose molto spiacevoli. Ma non è ancora una situazione senza uscita, non è il totalitarismo. Non mi hanno messo dentro e non mi hanno torturato. A mia figlia non è stato negato nulla. Mi hanno tolto i mezzi di sostentamento e certe persone hanno smesso di rivolgermi la parola, ma altre mi ammiravano. Mia moglie mi ammirava. Mia figlia mi ammirava. Molti dei miei ex studenti  mi ammiravano. Lo dicevano apertamente. E ho potuto combattere i miei nemici in tribunale. Avevo libertà di movimento, potevo concedere interviste, raccogliere fondi, prendere un avvocato, presentare denunce. Come ho fatto. Certo, puoi buttarti così giù, diventare così infelice e depresso da farti venire un infarto. Ma puoi trovare delle alternative, proprio come ho fatto io.

philip Roth, Ho sposato un comunista,pag. 15